Prefazione all'edizione italiana
Questo manuale documenta lo schema di codifica XML (e la relativa Document Type Definition), comunemente noto come TEI Lite, il quale a sua volta costituisce una versione semplificata dell'intero schema di codifica definito dalla TEI e descritto nel monumentale volume TEI P4, Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange: a cura di L. Bournard e C. M. Sperberg-McQueen, TEI Consortium 2001 (che in questa sede chiameremo Guidelines TEI o, più semplicemente, TEI P4)
Lo schema di codifica della TEI, basato originariamente sulla sintassi Standard Generalized Markup Language (SGML, ISO 8879) e poi allineato alla sintassi del più recente e diffuso Extensible Markup Language (XML), è indirizzato a tutti coloro che intendono produrre e diffondere testi in formato elettronico a fini scientifici e di ricerca, in particolare nel dominio umanistico. Esso consente infatti di rappresentare la struttura astratta di varie tipologie testuali (testo in prosa, testo poetico, testo drammaturgico, fonte manoscritta, etc.), e le caratteristiche testuali rilevanti per diverse aree di ricerca (filologia, analisi linguistica, tematica, narratologica, etc.).
Il sottoinsieme denominato TEI Lite, qui documentato, è stato sviluppato al fine di facilitare l'applicazione dello schema di codifica da parte degli utenti senza richiedere la conoscenza dell'intera DTD e della relativa documentazione, che in alcune parti presenta non poche difficoltà tecniche. Esso permette la creazione di documenti TEI-compliant (compatibili, cioè, con l'intero schema) in maniera rapida e semplice.
Le maggiori istituzioni internazionali attive nella creazione di risorse testuali su supporto digitale utilizzano la TEI per la produzione di edizioni elettroniche, biblioteche e archivi digitali. La sua ricchezza, flessibilità e diffusione, unitamente alla sua origine ed evoluzione interna al dominio degli studi umanistici, ne fanno infatti il più valido schema di codifica attualmente disponibile per tali finalità.
Sono ormai numerosi anche i testi in formato XML/TEI provenienti dalla tradizione letteraria e culturale italiana e messi a disposizione su siti Web specialistici: ricordiamo qui in particolare il lavoro pionieristico svolto, sotto la guida del compianto Giuseppe Gigliozzi, presso il Centro Ricerche Informatica e Letteratura (CRILet), all'indirizzo http://crilet.scu.uniroma1.it, e la grande biblioteca digitale Biblioteca Italiana, all'indirizzo http://www.bibliotecaitaliana.it.
La traduzione italiana del manuale TEI Lite nasce proprio in questo contesto 1 . Nella traduzione si è cercato di rimanere quanto più possibile aderenti al testo inglese, evitando di tradurre termini o sigle ormai entrate nell'uso consolidato della disciplina. Per quanto riguarda gli esempi, laddove è stato ritenuto opportuno (e, soprattutto possibile), si sono inseriti testi originali della tradizione letteraria italiana. Per quanto attiene ai termini tecnici e alla terminologia tecnica XML, si è preferito in linea di massima tradurli in lingua italiana in base al seguente schema:
- generic identifier
- identificatore generico
- tag
- marcatore
- element
- elemento
- attribute
- attributo
- unique identifier
- identificatore unico
- entity
- entità
- entity name
- nome di entità
Anche i termini tecnici specifici della TEI sono stati generalmente tradotti. In particolare, in riferimento allo statuto del valore degli attributi legal è stato tradotto con permessi, suggested o possible con consigliati, possibili, esemplificativi o suggeriti; global attributes è stato tradotto come attributi globali. I valori suggeriti per gli attributi sono stati generalmente tradotti o indicati in italiano (con alcune eccezioni).
Fabio Ciotti, Dicembre 2004Prefazione
TEI Lite è il nome che che gli editori della TEI hanno scelto per identificare quella che inizialmente concepirono come una semplice dimostrazione del modo in cui lo schema di codifica della TEI potesse essere adottato per soddisfare il 90% delle esigenze del 90% degli utenti. Retrospettivamente, era prevedibile che molte persone potessero pensare che la TEI Lite fosse tutto ciò che ci fosse da sapere sulla TEI, o che essa fosse persino troppo complessa per le loro esigenze (e proprio per ovviare a questa critica, Michael Sperberg-McQueen predispose ne una versione ancora più ridotta, la versione ‘barebones’ della TEI Lite).
La TEI Lite è stata basata in larga misura sull'osservazione delle effettive pratiche di codifica dei testi, come sono manifestate, ad esempio, nelle collezioni dell'Oxford Text Archive e nella nostra stessa esperienza. Di conseguenza non deve sorprendere il fatto che essa sembra essersi imposta, se non come uno standard di fatto, almeno come un comune punto di partenza per gran parte degli archivi di testi elettronici e dei progetti di codifica nel mondo. Probabilmente il fatto di aver realizzato questo breve e semplice manuale ha contribuito al suo successo.
Il manuale è stato ovviamente redatto ed è ancora oggi aggiornato direttamente in formato XML, mediante la DTD che esso stesso descrive. Questo facilita la produzione di differenti versioni formattate in HTML, PDF, etc., alcune delle quali possono essere reperite nella sezione dedicata alla TEI Lite sul sito ufficiale del TEI Consortium.
Tra i primi utilizzatori della TEI Lite si annoverano diversi ‘centri per la creazione di testi elettronici’, molti dei quali hanno prodotto documentazione e materiali di supporto (alcuni esempi sono elencati nelle TEI Tutorials pages).
Con la pubblicazione della TEI P4, l'edizione XML delle Guidelines TEI, nella quale la generazione della TEI Lite viene usata come esempio del sistema di personalizzazione interno alla TEI stessa, si è colta l'opportuntà di realizzare una edizione leggermente aggiornata di questo manuale. Edizione che documenta la versione XML della Document Type Definition TEI Lite.
Lou Burnard, Maggio 2002Contents
- Introduzione
- Un breve esempio
- Struttura di un testo TEI
- La codifica del corpo del testo
- Numeri di pagina e di riga
- La codifica di espressioni evidenziate
- Note
- Riferimenti incrociati e collegamenti
- Interventi editoriali
- Omissioni, soppressioni e aggiunte
- Nomi, date, numeri e abbreviazioni
- Liste ed elenchi
- Citazioni bibliografiche
- Tabelle
- Immagini e grafica
- Interpretazione e analisi
- Documentazione tecnica
- Set di caratteri, diacritici, etc.
- Materiali peritestuali
- Il frontespizio elettronico
-
Appendix A: Lista degli elementi descritti
- Appendix A.1: Gli attributi globali
- Appendix A.2: Elementi nella TEI Lite
Questo documento fornisce un’introduzione alle raccomandazioni elaborate dalla Text Encoding Initiative (TEI), descrivendo un sottoinsieme, di facile utilizzazione, dell’intero schema di codifica TEI. Lo schema qui documentato può essere utilizzato per codificare una vasta gamma di caratteristiche testuali comunemente riscontrabili, in modo da ottimizzare l’utilizzabilità delle risorse digitali testuali e facilitare il loro scambio fra studiosi che utilizzano diversi sistemi informatici. Esso è altresì pienamente compatibile con l’intero schema TEI, descritto nel documento TEI P4, Guidelines for Electronic Text Encoding and Interchange, pubblicato nel maggio 2002, e disponibile presso il sito Web del TEI Consortium all'indirizzo http://www.tei-c.org.
Introduzione
Le Guidelines della Text Encoding Initiative (TEI) sono indirizzate a tutti coloro che intendono produrre e diffondere informazioni archiviate in formato elettronico. Esse sono esplicitamente orientate alla creazione e allo scambio di informazioni testuali, ma considerano anche altre tipologie di informazioni (quali immagini e suoni). Le Guidelines sono utilizzabili indifferentemente sia per la creazione di nuove risorse sia per lo scambio di quelle già esistenti.
Le Guidelines forniscono uno strumento per rendere esplicite determinate caratteristiche di un testo in modo tale da facilitarne l'elaborazione mediante programmi informatici basati su diverse piattaforme. Definiamo questo processo di esplicitazione marcatura o codifica. Qualsiasi rappresentazione di un testo su un computer usa una qualche forma di codifica; la TEI è stata creata sia per ovviare alla eccessiva proliferazione di schemi di codifica mutualmente incompatibili che ostacolano la ricerca scientifica, sia per adattarsi al crescente numero di applicazioni scientifiche ormai individuate per i testi in formato elettronico.
Le Guidelines TEI descrivono uno schema di codifica che può essere espresso in diversi linguaggi formali. La prima edizione si basava sullo Standard Generalized Markup Language (SGML); l'edizione più recente (TEI P4, 2002) può essere espressa anche in formato Extensible Markup Language (XML); future versioni potranno essere espresse in altri linguaggi. Tali linguaggi hanno in comune la definizione di un testo in termini di elementi e attributi, e di regole che governano la loro comparsa all'interno di un testo. L’applicazione di XML da parte della TEI è ambizioso nella sua complessità e generalità, ma fondamentalmente non differisce da quella di qualsiasi altro schema di codifica XML; conseguentemente qualsiasi generica applicazione software XML è in grado di elaborare testi conformi alla TEI.
La TEI è stata sponsorizzata dall’Association for Computers and the Humanities, dall’Association for Computational Linguistics, e dall’Association for Literary and Linguistic Computing, ed è attualmente sostenuta e sviluppata da un consorzio indipendente, ospitato da quattro grandi Università. Finanziamenti sono stati in parte forniti dall’U.S. National Endowment for the Humanities, dal Directorate General XIII della Commissione della Comunità Europea, dall’Andrew W. Mellon Foundation, e dal Social Science and Humanities Research Council of Canada. Le Guidelines sono state pubblicate in prima edizione nel maggio del 1994, dopo sei anni di sviluppo che ha coinvolto parecchie centinaia di studiosi di tutto il mondo provenienti da diversi ambiti accademici. Negli anni seguenti le Guidelines hanno esercitato un’influenza sempre maggiore nello sviluppo delle biblioteche digitali, nelle tecnologie del linguaggio e persino nello sviluppo del World Wide Web. Il TEI Consortium è stato fondato nel Gennaio 2001, e un anno dopo ha rilasciato l'attuale edizione interamente rivista delle Guidelines, che è stata completamente aggiornata al fine di renderla compatibile con XML
- essere semplici, chiare e concrete;
- essere di semplice utilizzazione per i ricercatori senza il ricorso a software specializzati;
- permettere una definizione rigorosa e un’efficiente elaborazione dei testi;
- consentire estensioni definite dall’utente;
- essere conformi agli standard esistenti o in procinto di essere adottati.
- il nucleo comune delle caratteristiche testuali fosse facilmente condiviso;
- le caratteristiche specialistiche supplementari fossero facili da aggiungere (o da rimuovere) da un testo;
- fossero possibili molteplici codifiche parallele della stessa caratteristica;
- il livello di dettaglio della codifica potesse essere definito dall’utente, con una soglia minima molto bassa;
- fosse fornita un’adeguata documentazione del testo e della sua codifica.
Il presente documento descrive una selezione, di facile utilizzazione, dell’esteso insieme di elementi e raccomandazioni definiti in conformità con tali obiettivi progettuali, denominata TEI Lite.
Selezionando tra le diverse centinaia di elementi definiti dallo schema completo della TEI, abbiamo cercato di individuare un utile ‘insieme di partenza’, di elementi che quasi ogni utente dovrebbe conoscere. L’esperienza fatta lavorando con la TEI Lite sarà di inestimabile valore per comprendere la DTD TEI completa, e per individuare quali parti opzionali della DTD siano necessarie per lavorare su particolari tipi di testo.
- esso dovrebbe includere la maggior parte dell’insieme di marcatori ‘fondamentale’ della TEI, dal momento che questo contiene elementi rilevanti virtualmente per tutti i testi e per tutti i tipi di elaborazione testuale;
- dovrebbe essere in grado di trattare adeguatamente una varietà di testi ragionevolmente ampia, al livello di dettaglio incontrato nella pratica già esistente;
- dovrebbe essere utile sia per l’elaborazione di nuovi documenti sia per la codifica di quelli già esistenti;
- dovrebbe essere utilizzabile con un ampio spettro di software XML già esistenti;
- dovrebbe essere derivabile dalla DTD TEI completa, usando il meccanismo di estensione descritto nelle Guidelines;
- dovrebbe essere tanto conciso e semplice per quanto lo consente la conformità ai precedenti obiettivi.
Il lettore potrà giudicare da sé in che misura abbiamo realizzato tali obiettivi. Nel momento in cui scriviamo, la fiducia di aver almeno parzialmente raggiunto i nostri scopi nasce dall'uso della TEI Lite nella pratica di codifica di testi reali. L’Oxford Text Archive usa la TEI Lite per tradurre i testi del proprio patrimonio dai loro schemi originali di codifica al formato XML/SGML; gli Electronic Text Centers della University of Virginia e della University of Michigan, hanno usato la TEI Lite per codificare il proprio patrimonio. E la Text Encoding Initiative stessa, utilizza la TEI Lite nella propria documentazione tecnica corrente – incluso questo documento.
Abbiamo cercato di rendere questo documento autosufficiente, come si addice a un testo didattico e introduttivo, ma il lettore dovrebbe essere consapevole che esso non copre ogni dettaglio dello schema di codifica TEI. Tutti gli elementi qui descritti sono documentati compiutamente nel testo completo delle Guidelines, che dovrebbe essere consultato per avere informazioni di riferimento autorevoli su questi, e sui molti altri che non sono qui descritti. Si presuppone, inoltre, una conoscenza di base di XML.
Un breve esempio
Cominciamo con un breve esempio, inteso a mostrare cosa succede quando un brano di prosa è trascritto su un computer da un utente con scarsa consapevolezza sugli scopi della codifica o sulle potenzialità dei testi elettronici. In una situazione ottimale questa rappresentazione potrebbe essere generata da un accuratissimo lettore ottico. Essa cerca di restare fedele all’aspetto del testo stampato, conservando le interruzioni di linea originali, introducendo spazi per rappresentare l’impostazione tipografica dei titoli e dei salti di pagina, e così via. Laddove fossero necessari dei caratteri non disponibili sulla tastiera (come ad esempio la lettera accentata í, in Damín o il trattino lungo), si tenta di mimare il loro aspetto grafico.
- i numeri delle pagine e i titoli correnti sono inframmezzati al testo in un modo da rendere difficile per un programma distinguerli;
- nessuna distinzione è stata fatta tra i segni (linee orizzontali) che introducono un discorso diretto e la linea di sillabazione che spezza una parola che va a capo; in questo modo è difficile sapere esattamente quali passaggi sono in discorso diretto;
- la conservazione dei trattini di sillabazione del testo copiato impedisce a programmi di ricerca non sofisticati il reperimento delle parole spezzate;
- le lettere accentate in cosí, in piú e in Damín sono state rese con un segno convenzionale che non segue degli schemi standard e che sarà correttamente elaborato solo se il trascrittore ricorderà di menzionarlo nella documentazione;
- le divisioni del paragrafo sono segnate solo dall’utilizzo di uno spazio bianco e ritorni a capo sono stati introdotti alla fine di ogni linea. Conseguentemente, se dovesse cambiare la dimensione del carattere usato per stampare il testo, la formattazione sarà problematica.
- le divisioni di paragrafo sono adesso marcate esplicitamente.
- i riferimenti a entità sono usati al posto di lettere accentate e trattini lunghi.
- le divisioni di pagina sono state segnate solamente con un elemento vuoto <pb> .
- per semplificare la ricerca e il trattamento automatico, la divisione in righe dell’originale non è stata mantenuta e gli spezzoni di parole divise per motivi tipografici alla fine di una riga sono stati saldati. Se la divisione in righe dell’originale fosse stata rilevante, come potrebbe essere per un’edizione diplomatica, essa potrebbe essere facilmente registrata, anche se qui non è stato fatto.
- per praticità nella correzione del testo, una linea vuota è stata introdotta prima di ogni paragrafo, ma il rientro dal margine della prima riga di ogni paragrafo è stata eliminato.
- potrebbero essere aggiunte note a piè di pagina, commenti o glosse su qualsiasi brano;
- potrebbero essere aggiunti puntatori che colleghino le parti di questo testo ad altri testi;
- i nomi propri di vario tipo potrebbero essere distinti dal testo circostante;
- dettagli bibliografici sulla provenienza e sul contesto del testo potrebbero precederlo;
- potrebbe essere fornita un’analisi linguistica del brano in frasi, proposizioni, parole etc., associando ogni unità con appropriati codici di classificazione;
- il testo potrebbe essere segmentato in unità narrative o discorsive;
- potrebbe essere inclusa nella codifica un’analisi sistematica o un’interpretazione del testo mediante un complesso allineamento o collegamento tra il testo e l’analisi, o tra il testo e una o più sue traduzioni;
- brani del testo potrebbero essere collegati a immagini e suoni gestiti da altri media.
- analisi dettagliata delle componenti dei nomi;
- inserimento di meta-informazioni, in stile thesaurus, che indichino l’origine o i temi del testo;
- inserimento di notizie relative alla storia editoriale o alle varianti manoscritte presentate da una data serie di testimoni del testo.
Struttura di un testo TEI
Tutti i testi conformi alla TEI contengono: (a) una intestazione (codificata come elemento <teiHeader> ) e (b) la trascrizione del testo vero e proprio (marcata con l’elemento <text> ).
L'intestazione TEI contiene informazioni analoghe a quelle contenute nel frontespizio di un testo a stampa. Essa può avere fino a quattro parti: una descrizione bibliografica del testo memorizzato su supporto digitale, una descrizione del modo nel quale è stato codificato, una descrizione non bibliografica del testo (un profilo del testo), e un elenco delle revisioni. L’intestazione è descritta più dettagliatamente nella sezione Il frontespizio elettronico.
Un testo TEI può essere unitario (un’opera singola) o composito (una collezione di opere, come un’antologia). In entrambi i casi, il testo può avere un peritesto iniziale o un peritesto finale facoltativi. In mezzo c’è il corpo del testo, che, nel caso di un testo composito, può essere costituito da gruppi, ciascuno dei quali può a sua volta contenere più gruppi o testi.
Nel seguito di questo documento, discuteremo principalmente semplici strutture testuali. La trattazione di ogni caso consiste in una lista degli elementi TEI rilevanti corredata da una breve definizione di ciascuno di essi, seguita da un breve definizione di ciascun attributo specifico di quell'elemento. In molti casi vengono forniti anche brevi esempi.
La codifica del corpo del testo
- <front>
- Contiene qualsiasi materiale peritestuale (intestazioni, frontespizio, prefazioni, dediche, etc.) che si trovi prima dell'inizio del testo vero e proprio.
- <group>
- Raggruppa un insieme di testi unitari o di gruppi di testi.
- <body>
- Contiene l'intero corpo di un singolo testo unitario, con l'esclusione di ogni elemento peritestuale.
- <back>
- Contiene qualsiasi appendice che segua la parte principale di un testo.
Gli elementi per le partizioni testuali
- <p>
- Codifica i paragrafi in prosa.
- <div>
- Contiene una sezione del peritesto o del corpo di un testo.
- <div1>
- Contiene una sezione di primo livello del peritesto o del corpo di un testo (la più ampia, se <div0> non è usato, altrimenti la seconda in ordine gerarchico).
Qualora siano necessarie partizioni strutturali inferiori a una <div1> , quest'ultima può essere divisa in elementi <div2> , una <div2> in elementi inferiori <div3> , etc., fino al livello <div7> . Se sono presenti più di sette livelli nella divisione strutturale, è necessario o modificare la DTD TEI per accettare <div8> , etc., oppure usare l'elemento non numerato <div> : un elemento <div> può essere suddiviso in elementi più piccoli <div> , senza limiti alla profondità di annidamento.
- type
- Indica il nome convenzionale per questa categoria di partizione del testo. Il suo valore sarà generalmente Libro, Capitolo, Poesia, etc. Altri possibili valori includono Gruppo per gruppi di poesie, etc., trattati come un'unità singola, Sonetto, Discorso o Canzone. Si noti che qualsiasi valore venga fornito per l'attributo type del primo <div> , <div1> , <div2> , etc., in un dato testo, si assume che sia valido per tutte le successive <div> , <div1> , all'interno dello stesso <body> . Questo implica che un valore deve essere fornito per il primo elemento di divisione di un dato tipo, o ogni qualvolta tale valore cambi.
- id
- Specifica un identificatore unico per la partizione, che può essere usato per creare riferimenti incrociati o altri collegamenti (ad esempio a un commento), come discuteremo più avanti nella sezione Riferimenti incrociati e collegamenti. Spesso è utile dare un attributo id a ogni unità strutturale importante di un testo, e derivarne i valori in un modo sistematico, ad esempio aggiungendo un numero di sezione a un breve codice per il titolo dell'opera in questione, come negli esempi che seguono.
- n
- Specifica un breve nome mnemonico o un numero per la divisione, che può essere usato per identificarla, preferendolo a id. Se già esiste una forma convenzionale di riferimento o un'abbreviazione per le parti di un lavoro (come il sistema libro/capitolo/verso delle citazioni bibliche), l'attributo n è il luogo deputato a registrarlo.
È possibile adottare un differente schema di numerazione per gli attributi id e n: questo è spesso utile qualora uno schema di riferimento canonico non corrisponda alla struttura dell'opera. Per esempio, in un romanzo diviso in libri, ognuno contenente dei capitoli, dove i capitoli sono numerati sequenzialmente attraverso l'intera opera, piuttosto che all'interno di ogni libro, si potrebbe usare uno schema come il seguente:
In questo caso, l'opera è in due volumi, ognuno contenente due capitoli. I capitoli sono numerati convenzionalmente da 1 a 4, ma i valori id specificati consentono loro di essere considerati anche come se fossero numerati 1.1, 1.2, 2.1, 2.2.
Intertitoli e chiusure
- <head>
- contiene ogni tipo di titolazione, per esempio, il titolo di una sezione, oppure l'intestazione di una lista o di un glossario.
- <trailer>
- contiene una formula di chiusura o un elemento a piè di pagina che compare alla fine di una sezione di testo.
Prosa, versi e testi drammatici
- <l>
- contiene una singola riga di poesia, eventualmente incompleta. Tra gli
attributi:
- part
- specifica se il verso è metricamente completo o meno. I valori legali sono: F per la parte finale di una un verso incompleto, Y se la il verso è metricamente incompleto, N se la il verso è completo, o se nessuna assunzione è fatta sulla sua completezza, I per la parte iniziale di un verso incompleto, M per la parte mediana di un verso incompleto.
- <lg>
- contiene un gruppo di versi che costituiscono un'unità formale, per esempio una strofa, un refrain, un paragrafo in versi, etc.
- <sp>
- contiene una singola battuta in un testo drammatico, o un brano presentato come
tale (cioè per la recitazione) in un testo in prosa o in versi. Tra gli
attributi:
- who
- identifica mediante un ID il soggetto parlante
- <speaker>
- contiene una forma particolare di intestazione o etichetta, che fornisce i nomi di uno o più parlanti in un testo o frammento drammatico.
- <stage>
- contiene qualsiasi tipo di didascalie o direttive di scena all'interno di un
testo o di un frammento di testo drammatico. Tra gli attributi:
- type
- indica il tipo di didascalia. I valori consigliati includono entrata, uscita, scenografia, dizione, etc.
Si noti come l'elemento <l> marchi il verso, non le righe tipografiche: un’eventuale divisione in righe del testo originale non viene esplicitata da questa codifica, e potrebbe andare perduta. L'elemento <lb> descritto nella sezione Numeri di pagina e di riga, può essere usato, se lo si desidera, per marcare le linee tipografiche.
Numeri di pagina e di riga
- <pb>
- segnala i confini tra una pagina di un testo e la successiva in un sistema di riferimento standard.
- <lb>
- segnala l'inizio di una nuova riga (tipografica) in una certa edizione o versione di un testo.
- ed
- indica l'edizione o versione in cui l'interruzione della pagina è localizzata a questo punto.
Quando si codifica un originale con pagine numerate è spesso utile registrare la sua numerazione di pagina, se non altro per semplificare una successiva verifica del testo. Per la stessa ragione potrebbe essere utile registrare l'interruzione delle righe; in entrambi i casi il trattamento dei trattini di sillabazione nelle parole a fine riga sull'originale a stampa richiederà una certa considerazione.
Qualora si intenda registrare la numerazione di pagina, etc., di molteplici edizioni, occorre inserire tanti marcatori quante sono le edizioni, e specificare l'edizione in questione usando l'attributo ed. Per es. nel passaggio seguente (tratto da Una questione privata di Beppe Fenoglio) viene indicato dove cade l'interruzione di pagina in due edizioni differenti (TE90 — per Tascabili Einaudi 1990 — e EG92 — per Einaudi-Gallimard 1992).
- <milestone>
- segnala il confine tra le sezioni di un testo, indicato dai cambiamenti in un
sistema di riferimento standard. Tra gli attributi:
- ed
- indica l'edizione o versione a cui si applica il riferimento.
- unit
- indica quale tipo di sezione sta cambiando quando si incontra questo riferimento.
I nomi usati per i tipi di unità e per le edizioni cui ci si riferisce con gli attributi ed e unit possono essere scelti liberamente, ma devono essere documentati nel TEI header.
Si può usare l'elemento <milestone> per rimpiazzare i precedenti, o usare questi nel loro insieme; i due metodi non andrebbero mescolati arbitrariamente.
La codifica di espressioni evidenziate
Cambiamenti negli stili di carattere
Le parole o le espressioni evidenziate sono quelle rese visivamente differenti dal resto del testo, generalmente per mezzo di un cambio nella fonte tipografica, nello stile di scrittura o nel colore dell'inchiostro, al fine di richiamare l'attenzione del lettore.
L'attributo globale rend può essere associato a ogni elemento e usato ovunque sia necessario specificare i dettagli dell'aspetto grafico che esso presenta (o dovrebbe presentare). Per esempio un titolo reso in grassetto può essere codificato head rend="Bold", uno in corsivo head rend="Bold".
- <hi>
- codifica una parola o frase in quanto graficamente distinta dal testo circostante, senza che si faccia alcuna dichiarazione sulle ragioni dell'evidenziazione.
- <emph>
- codifica parole o espressioni che sono messe in risalto o enfatizzate per un effetto linguistico o retorico.
- <foreign>
- identifica una parola o un'espressione appartenente a una lingua diversa da quella del testo circostante.
- <mentioned>
- codifica parole o espressioni citate o riportate.
- <term>
- contiene una o più parole o simboli che vengono considerati come termini tecnici.
- <title>
- contiene il titolo di un'opera, sia essa articolo, libro, giornale, o collana,
compreso ogni titolo alternativo o sottotitolo. Tra gli attributi:
- level
- indica se questo è il titolo di un articolo, libro, giornale, collana o materiale inedito. I valori permessi sono: m per titoli monografici (libro, collezione o altra pubblicazione editi come oggetti bibliografici autonomi, inclusi i singoli volumi di opere in più volumi); s (titolo di collana); j (titolo di periodico); u per titoli di materiale inedito (incluse tesi e dissertazioni non ancora pubblicate da un editore commerciale); a per titolo analitico (articolo, poesia, o altro materiale pubblicato come parte di una pubblicazione più vasta).
- type
- classifica il titolo secondo un'adeguata tipologia. Valori esemplificativi sono: abbreviato; principale; subordinato (per sottotitoli o titoli di sezione); parallelo (per titoli alternativi, spesso in un'altra lingua, con cui l'opera è conosciuta).
Alcune strutture (specificamente citazioni e glosse) possono trovarsi in un testo evidenziate oppure incluse tra virgolette. In entrambi i casi dovrebbero essere usati gli elementi <q> e <gloss> (come discusso nella sezione seguente). Qualora occorra registrare la resa tipografica, va usato l'attributo globale rend.
Ispirato dalla lettura del Tristram Shandy: di Sterne, che Diderot conobbe nell'originale, Jacques le Fataliste è un programmato coacervo di vicende, personaggi, discussioni, energici quadri realistici, non legati da un'interna logica o, meglio, mimetica riproduzione (con tutte le conseguenti variazioni stilistiche) del "décousu" dell'esistenza.
Citazioni e caratteristiche correlate
- <q>
- contiene una citazione, manifesta o meno — una rappresentazione di
discorso o pensiero marcata come se fosse espressa da qualcun altro (sia essa
realmente citata o meno); in narrativa, le parole sono di solito quelle di un
personaggio o di un narratore intradiegetico; nei dizionari,
<q>
può essere
usato per indicare esempi, reali o inventati, dell'uso di un termine. Tra gli
attributi:
- type
- può essere usato per indicare se il brano citato è parlato o pensato, oppure per caratterizzarlo con maggior precisione. Valori esemplificativi sono: diretto (per la rappresentazione del discorso diretto, di solito segnalato dalle virgolette); pensato (per la rappresentazione del pensiero, per esempio il monologo interiore).
- who
- identifica colui che pronuncia il discorso diretto.
- <mentioned>
- codifica parole o espressioni citate o riportate.
- <soCalled>
- contiene una parola o espressione per cui l'autore o il narratore non assume la responsabilità intelletuale, segnalate ad esempio tramite l'uso di virgolette o corsivi.
- <gloss>
- codifica una parola o espressione che fornisce una glossa o definizione per
qualche altra parola o espressione. Tra gli attributi:
- target
- identifica la frase o parola associata.
Per registrare in che modo è stata stampata una citazione (per esempio, intralineare oppure messa in risalto in un blocco di testo citato), va usato l'attributo rend. Questo può essere usato anche per indicare il tipo di virgolette usate.
Il creatore di un testo elettronico deve decidere se i segni di citazione (per es. le virgolette) debbano essere rimpiazzati dai marcatori o se questi vadano aggiunti mantenendo i segni di citazione. Se i segni di citazione vengono rimossi dal testo, si può usare l'attributo rend per registrare il modo in cui erano stati resi nel testo originale.
Come per l'evidenziazione, non sempre è possibile o desiderabile interpretare in questa maniera la funzione dei segni di citazione in un testo. In tali casi, il marcatore <hi rend="citato"> può essere usato per codificare il testo citato senza fare assunzioni riguardo al suo status.
Parole o espressioni straniere
Come mostrano questi esempi, l'elemento <foreign> non dovrebbe essere usato per codificare parole straniere se altri elementi più specifici come <title> , <mentioned> , o <term> possono essere applicati. L'attributo globale lang può essere allegato a qualsiasi elemento al fine di indicare che il suo contenuto testuale è in una lingua diversa da quella principale del testo.
Note
- <note>
- contiene una nota o annotazione. Tra gli attributi:
- type
- descrive il tipo di nota.
- resp
- indica chi è il responsabile dell'annotazione. Il valore potrebbe essere: autore, curatore, etc. o le iniziali di colui che ha inserito le annotazioni.
- place
- indica dove appare la nota nel testo originale. Esempi di valori sono: intralineare, interlineare, sinistra, destra, piede pagina, fine, per le note che appaiono rispettivamente come paragrafi marcati nel corpo del testo, tra le righe del testo, al margine sinistro o destro, a piè di pagina, oppure alla fine del capitolo o del volume.
- target
- indica il punto di inserimento della nota, o l'inizio del brano a cui si riferisce la nota.
- targetEnd
- indica la fine del brano a cui si riferisce la nota, se la nota non è inserita nel testo a quel punto.
- anchored
- indica se il testo originale mostra l'esatto punto di riferimento per la nota.
L'attributo n può essere usato per fornire il numero o l'identificatore di una nota se necessario. Per distinguere tra le note d'autore e le note editoriali (qualora siano presenti entrambe), deve essere usato l'attributo resp; altrimenti occorre dichiarare esplicitamente di che tipo siano nella testata TEI.
Riferimenti incrociati e collegamenti
I riferimenti incrociati espliciti o i collegamenti da un punto di un testo ad un altro nello stesso documento XML possono essere codificati usando gli elementi descritti nella sezione Riferimenti incrociati semplici. Riferimenti o collegamenti a elementi di qualche altro documento XML, o di parti di documenti non-XML, possono essere codificati usando i puntatori estesi TEI descritti nella sezione Puntatori estesi. I collegamenti impliciti (come le associazioni tra due testi paralleli, o tra un testo e la sua interpretazione) possono essere codificati usando gli attributi di collegamento discussi nella sezione Attributi di collegamento
Riferimenti incrociati semplici
- <ref>
- un riferimento a un'altra posizione nel documento corrente, in termini di uno o più elementi identificabili, eventualmente caratterizzato da testo supplementare o da un commento.
- <ptr>
- un puntatore a un'altra posizione nel documento corrente, in termini di uno o più elementi identificabili.
- target
- specifica la destinazione di un puntatore come uno o più identificatori XML.
- type
- categorizza il puntatore per qualche aspetto, usando qualsiasi conveniente insieme di categorie.
- targType
- specifica il tipo (o i tipi) di elemento al quale questo puntatore può rinviare.
- crDate
- specifica quando il puntatore è stato creato.
- resp
- specifica il creatore del puntatore.
La differenza tra questi due elementi è che <ptr> è un elemento vuoto, che individua semplicemente un punto dal quale si deve fare un collegamento, mentre <ref> può anche contenere del testo – solitamente il testo stesso del riferimento incrociato. L'elemento <ptr> invece sarà utilizzato per un riferimento incrociato rappresentato da dispositivi non verbali come un simbolo o un'icona, oppure, in un testo elettronico, da un bottone. È anche utile nei sistemi di gestione documentale, dove un programma di formattazione può generare la corretta forma verbale dei riferimenti incrociati.
- <anchor>
- specifica una posizione o un luogo all'interno di un documento affinché possa essere puntato.
- <seg>
- identifica un frammento o un segmento di testo all'interno di un documento
affinché possa essere puntato. Tra gli attributi:
- type
- categorizza il segmento.
L'attributo type dovrebbe essere usato (come sopra) per distinguere i diversi ruoli che questi elementi generici possono assumere in un testo. Altre applicazioni saranno discusse più avanti nella sezione Attributi di collegamento
Puntatori estesi
Gli elementi <ptr> e <ref> possono essere usati solo per i riferimenti incrociati o i collegamenti le cui destinazioni si trovino nello stesso documento XML della loro origine. Inoltre, essi possono riferirsi esclusivamente ad elementi XML. Gli elementi discussi in questa sezione non sono sottoposti a tali limitazioni.
- <xptr>
- definisce un puntatore a un'altra posizione nel documento corrente o in un documento esterno.
- <xref>
- definisce un puntatore ad un'altra posizione nel documento corrente o in un documento esterno, eventualmente corredato da testo supplementare o da un commento.
- doc
- indica il documento all'interno del quale deve trovarsi il luogo di destinazione richiesto; per default è il documento corrente.
- from
- indica l'inizio della destinazione del puntatore sotto forma di espressione nella sintassi per i puntatori estesi TEI; per default è l'intero documento indicato dall'attributo doc.
- to
- indica il punto finale della destinazione del puntatore sotto forma di espressione nella sintassi per puntatori estesi TEI; può essere specificato solo se è stato indicato l'attributo from.
Una trattazione completa del linguaggio formale usato per esprimere le destinazioni dei puntatori estesi TEI è al di fuori degli scopi di questo manuale; qui ci limiteremo a elencare solo alcune delle sue caratteristiche in genere più utili. Per maggiori dettagli rimandiamo alla versione completa delle Guidelines.
Questo esempio presuppone che sia stata dichiarata un'entità di sistema o pubblica con il nome P4. Tale dichiarazione va inserita all'interno della DTD attiva quando il documento viene sottoposto a parsing. Il modo per effettuare questa operazione dipende dal programma di editing XML in uso (come discusso ulteriormente nella sezione Immagini e grafica).
L'attributo from va usato per indicare una data posizione all'interno di qualunque documento specificato dall'attributo doc. La specificazione si basa su un linguaggio formale, denominato Sintassi per puntatori estesi TEI, del quale qui sono forniti solo alcuni dettagli. In questo linguaggio, le posizioni sono definite come una serie di passi (step), ognuno dei quali identifica una certa parte del documento, di norma nei termini delle posizioni identificate dal passo precedente. Per esempio potreste puntare alla terza frase del secondo paragrafo del capitolo secondo, selezionando il secondo capitolo nel primo passo, il secondo paragrafo nel secondo passo, e la terza frase nell'ultimo passo. Un passo può essere definito in relazione all'albero del documento, usando concetti come padre, discendente, precedente, etc., o, più vagamente, mediante pattern testuali, o indicando la posizione delle parole o dei caratteri. È altresì possibile usare una notazione non XML, o specificare una posizione all'interno di un'immagine in base a un sistema di coordinate
Gli attributi from e to usano la stessa notazione. Ciascuno punta a qualche porzione del documento di destinazione; il puntatore esteso nella sua totalità punta alla sezione che inizia con l'attributo from e continua fino al to.
- child
- elementi da questo contenuti.
- ancestor
- elementi che lo contengono, direttamente o indirettamente
- previous
- elementi con lo stesso genitore di questo, ma che lo precedono nel documento.
- next
- elementi con lo stesso genitore di questo e che lo seguono nel documento.
- preceding
- elementi nel documento che iniziano prima di questo, senza tenere conto dei loro genitori.
- following
- elementi nel documento che iniziano dopo di questo, senza tenere conto dei loro genitori.
- un numero positivo o negativo, che indichi quale dei molti possibili elementi trovati sia quello designato (+1 per indicare il primo elemento incontrato, partendo dalla posizione corrente, e -1 per indicare l'ultimo), o la parola chiave all, per indicare che ci si deve riferire a tutti gli elementi dell'insieme;
- un identificatore generico, indicante il tipo dell'elemento richiesto, o un asterisco (*) indicante che qualsiasi tipo di elemento andrà bene;
- una serie di nomi e valori di attributo, indicante che l'elemento selezionato deve avere attributi con i nomi e i valori specificati, se ve ne è qualcuno.
La Sintassi per puntatori estesi TEI è stata sviluppata prima delle più recenti specifiche dei linguaggi XLink e XPointer, i quali peraltro derivano in parte da essa. Attualmente si sta lavorando per armonizzare questi diversi linguaggi in vista del rilascio della nuova versione dello schema, la TEI P5
Attributi di collegamento
I seguenti attributi specifici per i collegamenti, sono definiti per ogni elemento nella DTD TEI Lite:
- ana
- collega un elemento con la sua interpretazione.
- corresp
- collega un elemento con uno o più altri elementi corrispondenti.
- next
- collega in un’unica aggregazione un elemento con l'elemento seguente.
- prev
- collega in un’unica aggregazione un elemento con l'elemento seguente.
Questa codifica implica l'esistenza in un luogo del documento di elementi con identificatori SVO, NP1, e VV1, dove viene spiegato il significato di tali particolari codici. Si noti l'uso dell'elemento <seg> per marcare componenti particolari dell'analisi, distinti dall'attributo type.
Interventi editoriali
Il processo di codifica di un testo elettronico ha molti aspetti in comune con il lavoro di edizione di un manoscritto o di un altro testo ai fini della pubblicazione a stampa. In entrambi i casi un editore accurato potrebbe voler registrare sia lo stato originale della fonte, sia ogni correzione editoriale o altro cambiamento introdotto. Gli elementi discussi in questa sezione e nella prossima forniscono alcuni strumenti atti a soddisfare tali esigenze.
- <corr>
- contiene la forma corretta di un passaggio evidentemente errato nel testo. Tra gli
attributi:
- sic
- dà la forma originale dell'errore presente nel testo.
- resp
- indica il soggetto responsabile (autore, editore o trascrittore) per la correzione contenuta nell'elemento <corr> .
- cert
- indica il grado di certezza attribuito alla correzione contenuta nell'elemento <corr> .
- <sic>
- contiene un frammento di testo riprodotto anche se evidentemente errato o
impreciso. Tra gli attributi:
- corr
- fornisce la correzione di un errore palese in un testo.
- resp
- indica il soggetto responsabile per il suggerimento della correzione.
- cert
- indica il grado di certezza attribuito alla correzione.
- <orig>
- contiene la forma originale di una lezione della quale è data una forma
regolarizzata in un valore di attributo. Tra gli attributi:
- reg
- fornisce la forma regolarizzata (normalizzata) del testo.
- resp
- identifica il soggetto responsabile dell'intervento di normalizzazione.
- <reg>
- contiene una lezione che è stata regolarizzata o normalizzata in qualche modo. Tra
gli attributi:
- orig
- fornisce la forma non alterata del testo come si trova nella copia originale.
- resp
- identifica il soggetto responsabile della normalizzazione.
Omissioni, soppressioni e aggiunte
- <add>
- contiene lettere, parole o frasi inserite in un testo da un autore, copista,
commentatore o correttore. Tra gli attributi:
- place
- se il materiale supplementare è interno alla copia originale del testo, ne indica la collocazione. I valori ad esempio possono essere intralinea(sulla stessa riga), sopralinea (sopra la riga), interlinea, sinistra (nel margine di sinistra), destra (nel margine di destra), sopra, sotto.
- <gap>
- indica un punto dove si è omesso del testo in una trascrizione, sia per ragioni
editoriali descritte nel TEI header (nella sezione sui criteri di selezione), sia
perché il materiale è illeggibile, o incomprensibile. Tra gli attributi:
- desc
- fornisce una descrizione del testo (o della porzione di pagina) omesso.
- resp
- indica l'editore, il traduttore o il codificatore responsabile per la decisione di non fornire la trascrizione del testo, da cui l'applicazione del marcatore <gap> .
- <del>
- contiene un carattere, parola o passaggio cancellati, marcati come cancellati, o
altrimenti indicati come superflui o spuri, nella copia originale da parte di un
autore, copista, commentatore o correttore. Tra gli attributi
- type
- classifica il tipo di cancellazione usando una tipologia adeguata.
- status
- può essere usato per indicare cancellature errate, per esempio tratti di linea che coprono troppo o troppo poco testo.
- hand
- indica la mano del soggetto che ha eseguito la cancellatura.
- <unclear>
- contiene una parola, una frase o un brano che non può essere trascritto con
certezza perché è parzialmente illeggibile o incomprensibile nell'originale. Tra gli
attributi:
- reason
- indica la ragione per la quale è difficile riportare il brano.
- resp
- indica il responsabile per la trascrizione del carattere, della parola o del brano inseriti nell'elemento <unclear> .
Nomi, date, numeri e abbreviazioni
Lo schema di codifica TEI definisce degli elementi atti a rappresentare un’ampia tipologia di informazioni che si presentano come dati strutturati e che possono apparire quasi ovunque in ogni tipo di testo. Queste informazioni, che rivestono un particolare interesse per varie discipline, si riferiscono in generale a oggetti esterni al testo stesso (come i nomi di persona e di luogo, i numeri e le date). Essi inoltre pongono particolari problemi in molte applicazioni di trattamento automatico del linguaggio naturale (NLP), a causa della molteplicità di forme sotto cui possono essere presentate all'interno di un testo. Gli elementi qui descritti riducono la difficoltà di sottoporre a trattamento informatico i testi che contengono tali informazioni, rendendole esplicite.
Nomi ed espressioni referenziali
- <rs>
- contiene un nome o un'espressione referenziale generica. Tra gli attributi:
- type
- indica il tipo di oggetto a cui si riferisce l'espressione. Il valore può essere ad esempio persona, oggetto, luogo, etc.
- <name>
- contiene un nome proprio o un sintagma nominale. Tra gli attributi:
- type
- indica il tipo oggetto nominato.
L'elemento <name> , invece, è previsto per la rappresentazione di espressioni referenziali che consistano esclusivamente di nomi propri; può essere usato nello stesso modo dell'elemento <rs> , oppure può essere inserito all'interno di questo se un'espressione referenziale contiene sia nomi propri sia nomi comuni.
Il semplice atto di codificare una stringa di testo come nome non è sufficiente, di norma, per garantire la trasformazione automatica dei nomi di persona nelle forme canoniche che sono solitamente richieste per la costruzione di indici e repertori. Il nome che appare in un testo può essere scritto in maniera errata, parziale o imprecisa. Inoltre, i prefissi come di o de la, possono essere inclusi o meno nella forma di riferimento di un nome, a seconda della lingua e del paese di origine di colui che lo porta.
- key
- fornisce un identificatore univoco alternativo per l'oggetto o l'individuo nominato, in modo simile a una chiave per i record di database.
- reg
- contiene una forma regolarizzata o normalizzata del nome.
È possibile codificare più dettagliatamente le componenti dei nomi propri, usando l'insieme di elementi supplementari per i nomi e le date forniti dallo schema TEI completo.
Date e ore
- <date>
- contiene una data in qualche formato. Tra gli attributi:
- calendar
- indica il sistema o calendario al quale appartiene la data .
- value
- fornisce il valore della data in forma standard, ad esempio gg-mm-aaaa (giorno-mese-anno).
- <time>
- contiene un'espressione che specifica un'ora in qualche formato. Tra gli
attributi:
- value
- fornisce il valore dell'orario in una forma standard.
L'attributo value specifica una forma normalizzata per la data o l'ora, usando un formato standard come l'ISO 8601. Date o ore parziali (per es. 2004, Settembre 2004) possono essere espressi generalmente omettendo una parte del valore fornito; invece, date o orari imprecisi (per es. agli inizi di Agosto, un po' di tempo dopo le dieci e prima di mezzogiorno) possono essere espressi come intervalli di date o orari. Se si conosce con esattezza uno dei due estremi dell'intervallo di tempo o di data (per es. qualche tempo prima del 1230, alcuni giorni dopo Carnevale) si può utilizzare l'attributo exact per specificarlo.
Numeri
- <num>
- contiene un numero scritto in qualsiasi forma. Tra gli attributi:
- type
- indica il tipo di valore numerico. Valori suggeriti possono essere: frazione, ordinale (per i numeri ordinali), percentuale, cardinale (per i numeri cardinali).
- value
- fornisce il valore di un numero in una forma standard specifica per una data applicazione.
Abbreviazioni e loro espansioni
- <abbr>
- contiene abbreviazioni di ogni tipo. Tra gli attributi:
- expan
- fornisce l'espansione dell'abbreviazione.
- type
- permette al codificatore di classificare l'abbreviazione secondo un'adeguata tipologia. Valori esemplificativi sono: contrazione, brevigrafo, sospensione, intestazione, acronimo. L'attributo type può anche contenere dei valori come titolo (per i titoli onorifici), geografico, organizzazione, e così via, che descrivono la natura dell'oggetto a cui ci si riferisce.
Come si è visto nell'esempio precedente questo elemento è particolarmente utile nel caso di trascrizioni digitali di materiali manoscritti, nei quali le abbreviazioni sono molto frequenti.
Indirizzi
- <address>
- contiene un indirizzo di qualsiasi genere, per esempio di un individuo, di un'organizzazione, di un editore.
- <addrLine>
- contiene una riga di un indirizzo.
Un semplice esempio:
Liste ed elenchi
- <list>
- contiene qualsiasi sequenza di elementi organizzati come una lista. Tra gli
attributi:
- type
- descrive la forma della lista. I valori possono essere termini come: ordinata, puntata (rispettivamente per liste con elementi numerati o in ordine alfabetico e liste con elenchi puntati), glossario (per le liste costituite da una serie di termini tecnici, ognuno marcato con un elemento <label> e accompagnato da una glossa o da una definizione marcata come <item> ), e semplice (per le liste con elementi non marcati da numeri o punti).
- <item>
- contiene un componente della lista.
- <label>
- contiene l'etichetta associata a un elemento in una lista; nei glossari, identifica il termine che si sta definendo.
I singoli elementi di una lista sono codificati con l'elemento <item> . Il primo <item> può eventualmente essere preceduto da un elemento <head> , che fornisce un titolo alla lista. La numerazione di una lista può essere omessa (se ricostruibile), indicata usando l'attributo n per ogni elemento, o (più di rado) codificata come contenuto usando l'elemento <label> . I seguenti esempi sono dunque equivalenti:
I diversi stili non dovrebbero essere confusi nella stessa lista.
Se la struttura interna di una lista di elementi è più complessa, è preferibile considerare la lista come una tabella, per la quale è definito un sistema di codifica specifico documentato più avanti (Tabelle).
(il passo riportato è riportato da Alamanno Acciaioli, Cronaca)
Le liste di elementi bibliografici dovrebbero essere codificate usando l'elemento <listBibl> descritto nella prossima sezione.
Citazioni bibliografiche
- <bibl>
- contiene una citazione bibliografica scarsamente strutturata, i cui componenti possono, o meno, essere esplicitamente marcati.
Qualora sia utile distinguere le componenti di un riferimento bibliografico, possono essere usati in modo appropriato i seguenti elementi. È di solito utile codificare esplicitamente almeno quelle parti (come titoli di articoli, libri e periodici) che necessitano di formattazioni speciali. Gli altri elementi sono forniti per casi in cui sussista un particolare interesse per questi dettagli.
- <author>
- in un riferimento bibliografico contiene il nome dell'autore (o degli autori), personale o collettivo, di un'opera; è la dichiarazione di responsabilità primaria di ciascuna unità bibliografica.
- <biblScope>
- definisce l'estensione di un riferimento bibliografico, per esempio mediante una lista di numeri di pagina, o il titolo di una parte di un'opera più ampia.
- <date>
- contiene una data in qualunque formato.
- <editor>
- dichiarazione di responsabilità secondaria per un'unità bibliografica, per esempio
il nome di un individuo, istituzione od organizzazione che figura come editore,
compilatore, traduttore, etc. Tra gli attributi:
- role
- specifica il tipo di responsabilità intellettuale. Valori esemplificativi sono: traduttore, compilatore, illustratore; per default il valore è editor (curatore).
- <imprint>
- raggruppa informazioni che riguardano la pubblicazione o la distribuzione di un'unità bibliografica.
- <publisher>
- fornisce il nome dell'organizzazione responsabile della pubblicazione, o distribuzione di un'unità bibliografica.
- <pubPlace>
- indica il luogo in cui è stata pubblicata un'unità bibliografica.
- <series>
- contiene indicazioni sulla collana in cui un libro o un'altra unità bibliografica sono stati pubblicati.
- <title>
- contiene il titolo di un'opera, sia essa un articolo, un libro, un giornale, o una
collana, incluso qualunque titolo o sottotitolo alternativo. Tra gli attributi:
- type
- qualifica il titolo, per esempio come principale, subordinato, etc.
- level
- indica il livello bibliografico o la classe del titolo. I valori permessi sono descritti nella sezione Cambiamenti negli stili di carattere
Per esempio la seguente nota editoriale potrebbe esser trascritta come segue:
Vedi anche il frammento del 1345 pubblicato dal Livi, Dante 50-52
Per le liste di citazioni bibliografiche andrebbe usato l'elemento <listBibl> , che può contenere una serie di elementi <bibl> .
Tabelle
- <table>
- contiene informazione testuale presentata in forma tabellare, in righe e colonne.
Tra gli attributi:
- rows
- indica il numero di righe della tabella.
- cols
- indica il numero di colonne di ciascuna riga della tabella.
- <row>
- contiene una riga della tabella. Tra gli attributi:
- role
- indica il tipo d'informazione contenuta nelle caselle di una riga. I valori consigliati includono label, per le etichette o per informazioni descrittive e data, per gli effettivi valori dei dati.
- <cell>
- contiene una cella di tabella. Tra gli attributi:
- role
- indica il tipo di informazione contenuta nella casella. I valori consigliati includono label, per le etichette o per informazioni descrittive e data, per gli effettivi valori dei dati.
- cols
- indica il numero di colonne occupate da questa cella.
- rows
- indica il numero di righe occupate da questa cella.
Immagini e grafica
Non tutti i componenti di un documento sono necessariamente testuali. Anche il testo più semplice può contenere diagrammi o illustrazioni, per non parlare dei documenti in cui immagine e testo sono inestricabilmente connessi, o di risorse elettroniche in cui i due aspetti sono complementari.
- <figure>
- indica il luogo in cui un elemento grafico deve essere inserito in un documento.
Tra gli attributi:
- entity
- il nome di un'entità di sistema predefinita che contiene una versione digitalizzata dell'immagine da inserire.
- <figDesc>
- contiene una descrizione testuale dell'aspetto o del contenuto di un elemento grafico, utilizzabile quando si documenta un'immagine senza visualizzarla.
Tutta l'informazione testuale che accompagna l'elemento grafico, come un titolo e/o una didascalia, deve essere inclusa all'interno dell'elemento <figure> in un elemento <head> e in uno o più elementi <p> , così come qualsiasi altro testo che appaia al suo interno. Si consiglia fortemente di fornire una descrizione testuale dell'immagine, nell'ambito di un elemento <figDesc> . Tali informazioni potranno essere usate da applicazioni che non sono in grado di visualizzare immagini e renderanno accessibile il documento ai lettori con problemi alla vista (tale descrizione di solito non è considerata parte integrante del documento vero e proprio).
Quando è disponibile una versione digitalizzata di un elemento grafico, è chiaramente preferibile includerla nel punto appropriato all'interno del testo. Gli elementi grafici, come le fotografie, sono normalmente memorizzate in entità (file) distinte da quelle che contengono il testo di un documento, basate su una differente notazione (formato di memorizzazione). La DTD TEI Lite supporta immagini codificate nei formati standard CGM, PNG, TIFF, GIF, o JPEG con i nomi di notazione cgm, png, tiff, gif, e jpeg 2 .
Interpretazione e analisi
Si afferma spesso che qualsiasi codifica testuale è una forma d'interpretazione o di analisi. Sebbene sia certamente difficile, se non impossibile, distinguere con precisione e secondo criteri assoluti tra informazioni ‘oggettive’ e informazioni ‘soggettive’, non vi è dubbio sul fatto che i giudizi relativi alle seconde siano di norma più controversi di quelli che si riferiscono alle prime. Molti studiosi, pertanto, preferiscono esplicitare tali interpretazioni soggettive solo a patto che sia possibile indicare esplicitamente al lettore che esse vanno considerate con maggiore cautela rispetto al resto della codifica. Questa sezione descrive alcuni degli elementi forniti dallo schema TEI per far fronte a tale esigenza.
Frasi ortografiche
- <s>
- identifica una unità testuale all'interno del documento, al fine di
creare uno schema di riferimento che copra l'intero testo. Tra gli attributi:
- type
- assegna l'unità testuale a una determinata categoria (per esempio una frase può essere classificata come dichiarativa, interrogativa, etc.)
Si noti come gli elementi <s> non possano essere annidati: l'inizio di un elemento <s> presuppone la chiusura di quello precedente. Se per individuare le unità testuali si adotta il metodo mostrato nell'esempio, è allora opportuno estenderne la codifica in modo uniforme all'intero testo analizzato. In questo modo ogni parola risulterà inclusa in un elemento <s> ben determinato, il cui identificatore potrà essere usato successivamente per riferirsi ad esso in modo univoco. Qualora gli identificatori impiegati in un documento siano univoci, al posto dell'attributo n adottato nell'esempio precedente si può allora utilizzare l'attributo id.
Elementi generali per annotazioni interpretative
Abbiamo già introdotto un elemento di segmentazione più generale, il <seg> , utile a identificare la destinazione non altrimenti marcata di riferimenti e collegamenti ipertestuali (si veda la sezione Riferimenti incrociati e collegamenti); esso identifica qualsiasi segmento testuale di livello frase al quale il codificatore può assegnare un determinato tipo (mediante l'attributo type) e un identificatore univoco. In questo modo esso può essere usato per codificare caratteristiche testuali il cui trattamento non è esplicitamento previsto nelle Guidelines TEI.
L'attributo type dell'elemento <seg> può assumere qualsiasi valore, e può così essere usato per registrare fenomeni testuali di livello frase di ogni genere; è buona norma specificare i valori usati e il loro significato nel TEI Header.
Un elemento <seg> di un dato tipo (diversamente dall'elemento <s> ) può essere annidato all'interno di un elemento <seg> dello stesso tipo o di tipo differente. Ciò consente di rappresentare strutture piuttosto complesse; alcuni esempi sono stati forniti nella sezione Attributi di collegamento. Tuttavia, poiché esso deve rispettare il requisito sintattico secondo cui gli elementi devono essere correttamente annidati e non possono sovrapporsi l'un l'altro, non può rispondere all'esigenza di associare un'annotazione interpretativa a segmenti arbitrari di un testo, i quali potrebbero ignorare completamente la struttura gerarchica del documento. Esso inoltre impone che l'interpretazione stessa sia rappresentata da un singolo valore codificato veicolato dall'attributo type.
- <interp>
- fornisce un'annotazione interpretativa che può essere collegata a intervalli di
testo. Tra gli attributi:
- type
- indica il tipo di fenomeno rilevato nel brano. Valori possibili sono figura retorica, personaggio, tema, allusione, o il nome del particolare genere discorsivo di cui si identificano le istanze.
- value
- indica lo specifico fenomeno testuale rilevato.
- resp
- indica il responsabile dell'interpretazione.
- inst
- punta ai luoghi testuali a cui si applica l'analisi o l'interpretazione rappresentata dall'elemento corrente.
- <interpGrp>
- raggruppa un insieme di elementi <interp> .
Questi elementi permettono al codificatore di specificare sia le classi dei fenomeni soggetti ad analisi, sia le particolari occorrenze di ciascuna classe implicata nel processo analitico-interpretativo. Così, mentre con <seg> si può asserire solamente che qualcosa è un'apostrofe, con <interp> si può asserire che si tratta di un'istanza (apostrofe) di una classe più generale (quella delle figure retoriche).
Inoltre, <interp> è un elemento vuoto che deve essere collegato al passaggio a cui si applica tramite l'attributo ana discusso nella sezione Attributi di collegamento, oppure tramite il suo stesso attributo inst. Questo significa che si è in grado di rappresentare qualsiasi tipo di analisi, senza doversi preoccupare della struttura gerarchica del documento, e inoltre che si possono raggruppare annotazioni analitiche di un dato tipo. L'elemento specifico <interpGrp> è fornito per quest'ultimo scopo.
Supponiamo che si vogliano analizzare diversi aspetti della narrazione, come riferimenti ai personaggi singoli e collettivi, figure retoriche e luoghi della narrazione. Diverse parti del brano, per esempio, potrebbero essere associate alle figure retoriche dell'iperbole e della metafora; a indicazioni di riferimento alla protagonista, alle donne, agli uomini, a Padre Angiolino; a indicazione di luogo relative al villaggio o alla chiesa.
Documentazione tecnica
Sebbene questo manuale si focalizzi principalmente sull'utilizzazione dello schema TEI per la codifica digitale di documenti pre-esistenti in forma cartacea, lo stesso schema può essere usato per la creazione di documenti ‘digitali nativi’. Nella preparazione di nuovi documenti, XML si rivela assai efficace: la struttura del documento può essere rappresentata chiaramente, e lo stesso testo elettronico può essere riutilizzato per molti scopi — ad esempio, per ottenere sia una versione ipertestuale consultabile su schermo sia una versione a stampa ben formattata a partire da una medesima fonte elettronica.
Per facilitare questo genere di applicazioni, nella TEI Lite sono stati inclusi un certo numero di elementi supplementari, sottoforma di estensioni della DTD TEI, utilizzabili per la codifica di caratteristiche peculiari della documentazione tecnica, in particolare quella riguardante XML.
Elementi supplementari per i documenti tecnici
I seguenti elementi possono essere usati per codificare le caratteristiche particolari dei documenti di genere tecnico:
- <eg>
- contiene un singolo breve esempio del tema tecnico in discussione, per esempio un frammento di codice o un campione di codifica XML.
- <code>
- contiene un breve frammento di codice, in un qualsiasi linguaggio formale (spesso un linguaggio di programmazione).
- <ident>
- contiene un identificatore di qualche tipo, per esempio il nome di un elemento o attributo XML.
- <gi>
- contiene uno speciale tipo di identificatore: un identificatore generico XML, o nome di elemento.
- <kw>
- contiene una parola chiave in un qualche linguaggio formale.
- <formula>
- contiene una formula matematica o chimica, opzionalmente rappresentata in qualche
notazione non-XML. Tra gli attributi:
- notation
- specifica la notazione usata per rappresentare il corpo della formula.
Un'applicazione di fotocomposizione, dato un testo come il precedente, può essere programmata in modo da formattare appropriatamente gli esempi (per esempio, conservando le interruzioni di linea, o usando dei caratteri tipografici diversi). Analogamente, l'uso di marcatori come <ident> e <kw> facilita notevolmente la costruzione di un indice dei termini.
La DTD TEI Lite non predefinisce per default alcuna notazione non XML. In questo caso dunque l'uso della notazione Tex va opportunamente dichiarato all'interno del DTD subset.
L'elemento <list> all'interno dell'esempio non sarà considerato come una parte del documento propriamente detto, poiché è racchiuso all'interno di una sezione marcata (che inizia con la dichiarazione di marcatura speciale <![CDATA[, e finisce con ]]>).
Da notare inoltre l'uso dell'elemento <gi> per marcare i riferimenti ai nomi degli elementi (o identificatori generici) all'interno del corpo del testo.
Sezioni generate automaticamente
La maggior parte dei moderni sistemi di composizione di documenti sono in grado di generare automaticamente intere sezioni, come un sommario o un indice analitico. Lo schema TEI Lite fornisce un elemento per indicare il luogo in cui si deve collocare una tale sezione generata.
- <divGen>
- indica la collocazione di una sezione testuale generata automaticamente da un
elaboratore di testo. Tra gli attributi:
- type
- specifica quale tipo di sezione testuale generata deve apparire (per esempio indice, sommario, etc.). Valori esemplificativi sono: index (un indice analitico deve essere generato e inserito in questo punto), toc (una tavola di contenuti), figlist (una lista delle illustrazioni), tablist (una lista delle tavole).
Questo esempio mostra inoltre come l'attributo type permetta di distinguere i vari tipi di sezione che vengono generati: nel primo caso si tratta di un sommario (toc), nel secondo di un indice analitico (index).
Quando, per qualche motivo, si deve codificare un indice o un sommario preesistente (invece di generarne uno), si deve usare l'elemento <list> discusso nella sezione Liste ed elenchi
Generazione di indici tematici
Mentre la generazione di un sommario da un documento codificato correttamente non comporta problemi per un elaboratore automatico, la produzione di un indice tematico di buona qualità richiederà nella maggior parte dei casi una marcatura più attenta. Potrebbe non essere sufficiente produrre una lista di tutte le parti marcate in qualche modo particolare, anche se estrarre (per esempio) tutte le occorrenze di elementi del tipo <term> o <name> costituirà spesso un buon punto di partenza per un indice.
La DTD TEI fornisce uno speciale marcatore <index> che può essere usato sia per marcare le parti del documento che dovranno essere indicizzate, sia il modo in cui dovrà essere effettuata l'indicizzazione.
- <index>
- marca un luogo del testo che deve essere indicizzato per qualche scopo. Tra gli
attributi:
- level1
- stabilisce la forma principale della voce di indice.
- level2
- stabilisce la forma di secondo livello, se esiste.
- level3
- stabilisce la forma di terzo livello, se esiste.
- level4
- stabilisce la forma di quarto livello, se esiste.
- index
- precisa a quale indice appartiene la voce.
Per ogni elemento <index> si genera una voce nell'indice appropriato, usando come lemma il valore dell'attributo level1, e come seconda parola chiave quello dell'attributo level2, che contiene la parola citata in forma nominativa. Il riferimento vero e proprio sarà preso dal contesto in cui appare l'elemento <index> , per esempio, in questo caso, l'identificatore dell'elemento <l> che lo contiene.
Set di caratteri, diacritici, etc.
Con l'introduzione di XML e la sua adozione di Unicode come set di caratteri obbligatorio per tutti i documenti, gran parte dei problemi che in precedenza erano determinati dalla rappresentazione di varie lingue e sistemi di scrittura sono venuti meno. Per chi lavora con le forme standard delle lingue europee, in particolare, non sussiste più alcuna necessità particolare: ogni editor XML dovrebbe consentire di inserire direttamente le lettere accentate e ogni altro carattere non incluso nel set ASCII, ed essi dovrebbero essere memorizzati nel file prodotto in un modo tale da essere facilmente trasferibili direttamente tra piattaforme diverse, sia sottoforma di caratteri Unicode sia come riferimenti a entità carattere.
Per mantenere la compatibilità con sistemi informatici più obsoleti, tuttavia, la DTD TEI Lite include le dichiarazioni per un buona parte della entità carattere più diffuse, cosicché tali caratteri possano essere digitati e salvati sottoforma di stringhe sostitutive.
Volendo, è possibile usare dei nomi di entità personalizzati nei file conformi TEI, a condizione di fornire per essi le adeguate dichiarazioni di entità; tuttavia i nomi standardizzati, anche se lunghi, hanno il vantaggio della chiarezza; tali nomi sono ragionevolmente comprensibili per chiunque conosca l'inglese e ravvisi che si tratta di un nome di carattere, anche senza ricorso ad alcuna lista. Lo stesso non può dirsi di molti altri schemi per la rappresentazione di caratteri accentati.
- digrammi
- formare i nomi di entità per digrammi aggiungendo la stringa lig alle lettere che formano il digramma. Se serve una forma maiuscola, entrambe le lettere vanno date in maiuscolo (ricordiamo che la differenza maiuscolo/minuscolo è di solito significativa nei nomi di entità). Per esempio: aelig (æ), Aelig (Æ), szlig (ß) .
- diacritici e accenti
- formare i nomi di entità per lettere accentate nella maggior parte delle lingue
dell'Europa occidentale aggiungendo una delle seguenti stringhe alla lettera che ha
l'accento, il quale può essere posto ai di sopra o al di sotto della lettera.
- umlaut
- usare uml per l'umlaut o dieresi: per esempio auml (ä), Auml (Ä), euml (ë), iuml (sic: ï), ouml (ö), Ouml (Ö), uuml (ü), Uuml (Ü).
- acute
- usare acute per accento acuto o tonico: per esempio aacute (á), eacute (é), Eacute (É), iacute (í), oacute (ó), uacute (ú).
- grave
- usare grave per l'accento grave: per esempio agrave (à), egrave (è), igrave (í), ograve (ò), ugrave (ù).
- circ
- usare circ per il circonflesso: per esempio acirc (â), ecirc (ê), Ecirc (Ê), icirc (î), ocirc (ô), ucirc (û).
- tilde
- usare tilde per la tilde: per esempio atilde (ã), Atilde (Ã), ntilde (ñ), Ntilde (Ñ), otilde (õ), Otilde (Õ).
- consonanti
- i seguenti sono nomi di entità consigliati per alcune consonanti speciali che si trovano nelle lingue dell'Europa occidentale: ccedil (ç), Ccedil (Ç), eth (eth minuscolo o d barrata anglosassone e islandese, ð), ETH (eth maiuscolo, Ð), thorn (thorn minuscolo, þ), THORN (thorn maiuscolo, Þ).
- punteggiatura
- i seguenti sono nomi di entità consigliati per alcuni segni di punteggiatura che si incontrano comunemente: ldquo (doppia virgoletta inglese a sinistra), rdquo (doppia virgoletta inglese a destra), mdash (trattino largo uno spazio), hellip (ellissi orizzontale, tre punti ravvicinati), rsquo (singola virgoletta inglese a destra).
Materiali peritestuali
Peritesto iniziale
Le sezioni preliminari di un testo, come il frontespizio, le epistole di prefazione, etc., possono fornire informazioni di tipo linguistico e sociale utilissime per molte finalità di ricerca, specialmente nel caso di testi antichi. La TEI fornisce una serie di raccomandazioni per codificare gli elementi testuali che si incontrano solitamente nel peritesto iniziale, illustrate brevemente qui di seguito.
Il frontespizio
- <titlePage>
- contiene la pagina di frontespizio di un testo
- <docTitle>
- contiene il titolo di un documento, in tutti i suoi elementi costitutivi, come appaiono sul frontespizio; deve essere diviso in elementi <titlePart> .
- <titlePart>
- contiene una suddivisione del titolo di un'opera, come appare sul
frontespizio; va inoltre usato per frammenti senza collocazione fissa del
frontespizio che non fanno parte del titolo, attribuzioni di paternità, etc. Tra
gli attributi:
- type
- precisa il ruolo di una suddivisione del titolo. I valori suggeriti includono: principale, sottotitolo, descrittivo (una parafrasi descrittiva dell'opera inclusa nel titolo), alternativo.
- <byline>
- contiene la dichiarazione di responsabilità primaria di un'opera, che si trova sul frontespizio oppure all'inizio o alla fine dell'opera.
- <docAuthor>
- contiene il nome dell'autore del documento, così come è dato sul frontespizio (spesso, ma non sempre, inserito in un elemento <byline> ).
- <docDate>
- contiene la data di edizione del documento, come indicata (abitualmente) sul frontespizio.
- <docEdition>
- contiene la dichiarazione dell'edizione, così come è presentata sul frontespizio di un documento.
- <docImprint>
- contiene la dichiarazione delle note tipografico-editoriali (luogo e data di pubblicazione, nome dell'editore), così come appare (abitualmente) alla base del frontespizio.
- <epigraph>
- contiene una citazione, anonima o attribuita, che appare all'inizio di una sezione o capitolo, o sul frontespizio.
Gl stili grafici dei caratteri dovrebbero essere marcati mediante l'attributo rend quando è necessario, come precedentemente descritto. Le Guidelines TEI non prevedono al momento la possibilità di fornire una descrizione molto dettagliata della spaziatura e delle dimensioni dei caratteri usati nei titoli ornamentali. I cambiamenti di lingua devono essere marcati con l'uso appropriato dell'attributo <lang> o dell'elemento <foreign> , a seconda dei casi. I nomi, qualora apparissero, devono essere marcati usando l'elemento <name> , come altrove.
Materiali introduttivi
- prefazione
- un testo indirizzato al lettore, dall'autore, curatore o editore, eventualmente in forma di lettera.
- introduzione
- un testo indirizzato al lettore, dall'autore, curatore o editore, eventualmente in forma di lettera.
- dedica
- un testo (spesso una lettera) indirizzato a qualcuno che non sia il lettore generico, in cui l'autore solitamente offre l'opera all'attenzione della persona in questione.
- abstract
- un riassunto in prosa del contenuto dell'opera.
- ringraziamenti
- i ringraziamenti
- sommario
- un sommario (di solito da codificare come <list> )
- decorazione
- una decorazione del frontespizio, eventualmente corredata da testo.
- <salute>
- contiene una formula o un saluto di apertura in una prefazione, un'epistola dedicatoria o altre sezioni di un testo, o una formula di saluto alla fine di una lettera, prefazione, etc.
- <signed>
- contiene la formula di commiato apposta alla fine di una prefazione, di un'epistola dedicatoria, o di altre divisioni di un testo.
- <byline>
- contiene la dichiarazione di responsabilità primaria di un'opera, che si trova sul suo frontespizio oppure all'inizio o alla fine dell'opera.
- <dateline>
- contiene una breve descrizione del luogo, data, periodo, etc. di produzione di una lettera, fatto di cronaca o altre opere, messa all'inizio o alla fine di questi, a mo' di titolo o di chiusura.
- <argument>
- una lista formale o una descrizione in prosa dei temi trattati in una sezione del testo.
- <cit>
- una citazione da qualche altro documento, insieme ad un riferimento bibliografico alla sua fonte.
- <opener>
- raggruppa date, firme, saluti ed espressioni simili che appaiono come un gruppo preliminare all'inizio di una sezione, specialmente se si tratta di una lettera.
- <closer>
- raggruppa date, firme, saluti ed espressioni simili che appaiono come un gruppo preliminare alla fine di una sezione, specialmente se si tratta di una lettera.
Le epistole che appaiono altrove in un testo conterranno, ovviamente, questi medesimi elementi.
Peritesto finale
Sezioni strutturali del peritesto finale
- appendice
- un'appendice
- glossario
- una lista di parole e definizioni, solitamente nella forma di una lista di tipo glossario.
- note
- una serie di note (ciascuna codificata mediante l'elemento <note> ).
- bibliografia
- una serie di riferimenti bibliografici, solitamente nella forma dello speciale elemento lista bibliografica <listBibl> , le cui voci sono singoli elementi <bibl> .
- indice
- un insieme di voci di indice, eventualmente rappresentate come una lista strutturata o una lista di tipo glossario, corredata di un eventuale titolo ( <head> ), e talora di alcuni paragrafi di testo introduttivo o di chiusura (la TEI definisce ulteriori elementi specializzati per generare indici nella produzione di documenti, descritti prima nella sezione Generazione di indici tematici).
- colophon
- un'indicazione alla fine del libro che precisa dove, quando e da chi è stato stampato; nei libri moderni esso spesso contiene dettagli di produzione e identifica i caratteri tipografici usati.
Il frontespizio elettronico
- <fileDesc>
- contiene una descrizione bibliografica completa del documento digitale.
- <encodingDesc>
- documenta le relazioni tra un testo elettronico e la fonte, o le fonti, da cui è stato tratto.
- <profileDesc>
- contiene una descrizione dettagliata degli aspetti non bibliografici relativi al documento, specificamente le lingue e i dialetti usati, le circostanze in cui è stato prodotto, i partecipanti e l'ambiente in cui si sono svolte le interviste per la costituzione di corpora della lingua parlata.
- <revisionDesc>
- riassume la storia delle revisioni di un documento elettronico.
- gli elementi i cui nomi finiscono in Stmt (per statement) racchiudono un insieme di elementi che registrano informazioni strutturate.
- gli elementi i cui nomi finiscono in Decl (per declaration) includono informazioni sulle specifiche pratiche di codifica messe in atto nel documento.
- gli elementi i cui nomi finiscono in Desc (per description) contengono una descrizione in testo libero.
- <titleStmt>
- raggruppa le informazioni sul titolo di un'opera e sulle responsabilità del suo contenuto intellettuale.
- <editionStmt>
- raggruppa le informazioni relative a una data edizione del testo.
- <extent>
- descrive le dimensioni approssimative del testo elettronico, memorizzato su un dato supporto, espresse in una qualsiasi unità di misura adeguata.
- <publicationStmt>
- raggruppa le informazioni relative alla pubblicazione e distribuzione di un testo, elettronico o meno.
- <seriesStmt>
- raggruppa le informazioni sulla collana, se esiste, alla quale appartiene la pubblicazione.
- <notesStmt>
- raggruppa tutte le note che forniscono informazioni supplementari su un testo oltre a quelle registrate in altre parti della descrizione bibliografica.
- <sourceDesc>
- fornisce una descrizione bibliografica del testo (o dei testi) da cui è stato tratto o generato un testo elettronico.
L'area del titolo
- <title>
- contiene il titolo di un'opera, sia essa articolo, libro, giornale o collana, inclusi tutti i titoli alternativi o i sottotitoli.
- <author>
- in un riferimento bibliografico, contiene il nome dell'autore/i, personale o collettivo, di un'opera; costituisce la dichiarazione di responsabilità primaria per ogni unità bibliografica.
- <sponsor>
- specifica il nome dell'eventuale organizzazione o istituzione che sponsorizza il progetto di digitalizzazione.
- <funder>
- specifica il nome di un individuo, istituzione od organizzazione che ha finanziato la realizzazione del progetto o del testo.
- <principal>
- fornisce il nome del principale responsabile della creazione di un testo elettronico.
- <respStmt>
- fornisce una dichiarazione di responsabilità relativa al responsabile del contenuto intellettuale di un testo, un'edizione, una registrazione, una collana, se gli elementi specifici per autori, curatori, etc., non sono sufficienti o non sono adatti.
- <resp>
- contiene un'espressione che descrive per esteso la natura della responsabilità intellettuale di una persona.
- <name>
- contiene un nome proprio o un'espressione sostantivale.
L'area dell'edizione
- <edition>
- descrive le particolarità di un'edizione di un testo.
- <respStmt>
- fornisce una dichiarazione di responsabilità relativa al responsabile del contenuto intellettuale di un testo, un'edizione, una registrazione, una collana, se gli elementi specifici per autori, curatori, etc., non sono sufficienti o non sono adatti.
La determinazione esatta di cosa costituisca una nuova edizione di un testo elettronico è lasciata al giudizio di colui che effettua la codifica.
La dichiarazione delle dimensioni
L'elemento <extent> fornisce in modo approssimato le dimensioni del file.
L'area della pubblicazione
- <publisher>
- fornisce il nome dell'organizzazione responsabile della pubblicazione, o distribuzione di un'unità bibliografica.
- <distributor>
- fornisce il nome di una persona o di un'organizzazione responsabile della distribuzione di un documento.
- <authority>
- fornisce il nome di una persona o di un'organizzazione responsabile della messa a disposizione di un file elettronico, quando non coincidano con l'editore o il distributore.
- <pubPlace>
- contiene il nome del luogo di pubblicazione di un documento.
- <address>
- contiene un indirizzo, per esempio di un editore, di un'organizzazione o di un singolo individuo.
- <idno>
- fornisce un identificatore, standardizzato o meno, usato per identificare
un'unità bibliografica. Tra gli attributi:
- type
- categorizza l'identificatore, per esempio come codice ISBN o altri generi di identificatori standard.
- <availability>
- fornisce informazioni sulla disponibilità di un testo, per esempio su
qualsiasi restrizione che si applica alla sua utilizzazione o distribuzione, il
suo statuto in merito al copyright, etc. Tra gli attributi:
- status
- fornisce un codice che identifica la disponibilità effettiva di un testo. I valori possibili possono essere: limitato, libero, parziale.
- <date>
- contiene una data in qualunque formato.
Informazioni sulle collane e area delle note
L'elemento <seriesStmt> contiene informazioni sulla collana, se esiste, a cui appartiene una pubblicazione. Può contenere <title> , <idno> o <respStmt> .
L'elemento <noteStmt> , se usato, contiene uno o più elementi <note> che a loro volta contengono una nota o un'annotazione. Ad alcune delle informazioni che si trovano nell'area delle note nella bibliografia convenzionale, sono stati assegnati degli elementi specifici nello schema TEI.
La descrizione della fonte
- <bibl>
- contiene un riferimento bibliografico non rigorosamente strutturato, le cui componenti possono, o meno, essere esplicitamente marcate.
- <biblFull>
- contiene un riferimento bibliografico rigorosamente strutturato, che può contenere tutti gli elementi definiti nella TEI e visti sopra per la descrizione di un file.
- <listBibl>
- contiene una lista di citazioni bibliografiche di qualunque tipo.
La descrizione della codifica
- <projectDesc>
- descrive dettagliatamente il fine o lo scopo per cui un testo elettronico è stato codificato, insieme a qualunque altra informazione rilevante che riguarda il procedimento con cui il file è stato prodotto.
- <samplingDecl>
- contiene una descrizione dei principi e dei metodi usati nella selezione dei testi adottata per la creazione di un corpus o di una collezione.
- <editorialDecl>
- fornisce dettagli su principi e pratiche editoriali seguite nella codifica di un testo.
- <tagsDecl>
- fornisce informazioni dettagliate relative ai marcatori applicati a un documento XML.
- <refsDecl>
- specifica il modo in cui sono stati costruiti i sistemi di riferimento canonici del testo.
- <classDecl>
- contiene una o più tassonomie che definiscono l'insieme dei codici di classificazione associati al testo.
Descrizione del progetto e del campionamento
Dichiarazioni editoriali
- correzione
- come e in quali circostanze sono state apportate correzioni nel testo.
- normalizzazione
- il livello di regolarizzazione o normalizzazione apportata rispetto alla fonte.
- citazione
- il trattamento riservato alle virgolette dell'originale -- se siano state conservate o sostituite da riferimenti ad entità, se siano state distinte le virgolette aperte e chiuse, etc.
- sillabazione
- il trattamento riservato ai trattini (specialmente quelli a fine riga) nell'originale – se siano stati conservati o sostituiti da riferimenti ad entità, etc.
- segmentazione
- il modo in cui è stato segmentato il testo, per esempio in frasi, unità toniche, strati grafemici, etc.
- interpretazione
- quali informazioni analitiche o interpretative sono state aggiunte al testo.
Dichiarazione di codifica, sistemi di riferimento e classificazioni
- <tagUsage>
- fornisce informazioni sull'uso di uno specifico elemento all'interno del più
esterno elemento
<text>
di un documento conforme TEI. Tra gli
attributi:
- gi
- il nome (identificatore generico) dell'elemento indicato dal marcatore.
- occurs
- specifica il numero di occorrenze di questo elemento all'interno del testo.
- <rendition>
- fornisce informazioni sulla modalità di presentazione grafica individuate per uno o più elementi.
Questa dichiarazione di codifica (fittizia) sarebbe appropriata per un testo che contenga dodici paragrafi nel suo corpo, all'interno del quale sono stati marcati sei elementi <hi> . Da notare che se viene usato l'elemento <tagsDecl> , allora esso deve contenere un elemento <tagUsage> per ogni elemento marcato nel testo associato.
L'elemento <refsDecl> va usato per documentare il funzionamento di un eventuale schema di riferimento standard introdotto nella codifica. Nella sua forma più semplice consiste di una descrizione in prosa.
- <taxonomy>
- definisce la tipologia usata per classificare testi, sia implicitamente, attraverso una citazione bibliografica, sia esplicitamente, con una tassonomia strutturata.
- <bibl>
- contiene una citazione bibliografica non strutturata le cui componenti possono o meno essere etichettate esplicitamente.
- <category>
- contiene una singola categoria descrittiva, eventualmente inserita all'interno di una categoria di livello superiore, in una tassonomia definita dall'utente.
- <catDesc>
- descrive una data categoria nell'ambito di una tassonomia o di una tipologia testuale, sotto forma di una breve descrizione in prosa.
Il collegamento tra un testo particolare e una categoria all'interno di tale tassonomia viene realizzato mediante l'elemento <catRef> , inserito nell'elemento <textClass> , descritto più avanti.
La descrizione del profilo
- <creation>
- contiene informazioni relative alla creazione di un testo.
- <langUsage>
- descrive le lingue, sottolingue, registri, dialetti, etc., rappresentati all'interno di un testo.
- <textClass>
- contiene informazioni che descrivono la natura o i temi di un testo, in termini di uno schema di classificazione standard, di un thesaurus, etc.
- <keywords>
- contiene una lista di parole chiave o di espressioni che identificano il tema o
la natura di un testo. Tra gli attributi:
- scheme
- identifica il vocabolario controllato all'interno del quale è definito l'insieme di parole chiave.
- <classCode>
- contiene il codice di classificazione usato per il testo in un sistema di
classificazione standard. Tra gli attributi:
- scheme
- identifica il sistema di classificazione o la tassonomia in uso.
- <catRef>
- specifica una, o più categorie definite nell'ambito di una data tassonomia o
tipologia di testi. Tra gli attributi:
- target
- identifica le categorie in questione.
La descrizione delle revisioni
- <date>
- contiene una data in qualunque formato.
- <respStmt>
- fornisce una dichiarazione di responsabilità relativa al responsabile del contenuto intellettuale di un testo, un'edizione, una registrazione, una collana, se gli elementi specifici per autori, curatori, etc., non sono sufficienti o non sono adatti.
- <item>
- contiene un componente di una lista.
Appendix A: Lista degli elementi descritti
Appendix A.1: Gli attributi globali
- ana
- collega un elemento alla sua interpretazione.
- corresp
- collega un elemento con uno o più elementi corrispondenti.
- id
- identificatore unico dell'elemento; deve iniziare con una lettera, può contenere lettere, numeri, linee e punti.
- lang
- lingua del testo contenuto nell'elemento; se non specificato, si ritiene che la lingua sia la stessa del contesto circostante.
- n
- nome o numero dell'elemento; può essere qualsiasi stringa di caratteri. Spesso viene usato per la registrazione dei sistemi di riferimento tradizionali di un testo.
- next
- collega in un aggregato un elemento al seguente elemento.
- prev
- collega in un aggregato un elemento al precedente elemento.
- rend
- realizzazione fisica dell'elemento nel testo: italico, roman, blocco, etc. Il valore può essere costituito da qualsiasi stringa di caratteri.
Appendix A.2: Elementi nella TEI Lite
- <abbr>
- contiene un'abbreviazione di qualsiasi genere; l'espansione può essere specificata nell'attributo expan.
- <add>
- contiene lettere, parole o espressioni inserite nel testo da un autore, copista, commentatore o correttore.
- <address>
- contiene un indirizzo postale o di altro tipo, per esempio di un individuo, di un'organizzazione, di un editore.
- <addrLine>
- contiene una riga di un indirizzo postale o d'altro genere.
- <anchor>
- specifica una posizione o un luogo all'interno di un documento affinché possa essere 'puntato'.
- <argument>
- una lista formale o una descrizione in prosa dei temi trattati in una sezione del testo.
- <author>
- in un riferimento bibliografico contiene il nome dell'autore/i, personale o collettivo, di un'opera; costituisce la dichiarazione di responsabilità primaria di ogni unità bibliografica.
- <authority>
- fornisce il nome di una persona o di un'organizzazione responsabile della messa a disposizione di un file elettronico, quando non coincidano con l'editore o il distributore.
- <availability>
- fornisce informazioni sulla disponibilità di un testo, per esempio su qualsiasi restrizione che si applica alla sua utilizzazione o distribuzione, il suo statuto in merito al copyright, etc.
- <back>
- contiene qualsiasi annesso o appendice che segua la parte principale di un testo.
- <bibl>
- contiene una voce bibliografica non strutturata rigorosamente le cui componenti possono, o meno, essere esplicitamente marcate.
- <biblFull>
- contiene un riferimento bibliografico rigorosamente strutturato, che può contenere tutti gli elementi definiti nella TEI per la descrizione di un file.
- <biblScope>
- definisce l'estensione di un riferimento bibliografico, per esempio mediante una lista di numeri di pagina, o il titolo di una parte di un'opera più ampia.
- <body>
- contiene l'intero corpo di un singolo testo unitario, con l'esclusione di ogni elemento dell'avantesto e degli annessi.
- <byline>
- contiene la dichiarazione di responsabilità primaria di un'opera, che si trova sul suo frontespizio oppure all'inizio o alla fine dell'opera.
- <catDesc>
- descrive una data categoria nell'ambito di una tassonomia o di una tipologia testuale, sotto forma di una breve descrizione in prosa.
- <category>
- contiene una singola categoria descrittiva, eventualmente inserita all'interno di una categoria di livello superiore, in una tassonomia definita dall'utente.
- <catRef>
- specifica una, o più categorie definite nell'ambito di una data tassonomia o tipologia di testi.
- <cell>
- contiene una casella di una tabella.
- <cit>
- una citazione da qualche altro documento, insieme ad un riferimento bibliografico alla sua fonte.
- <classCode>
- contiene il codice di classificazione usato per il testo in un sistema di classificazione standard, che si identifica con l'attributo scheme.
- <classDecl>
- contiene una o più tassonomie che definiscono l'insieme dei codici di classificazione impiegati nel testo.
- <closer>
- raggruppa insieme date, firme, saluti ed espressioni simili che appaiono come un gruppo preliminare alla fine di una sezione, specialmente se si tratta di una lettera.
- <code>
- contiene un breve frammento di codice, in qualche linguaggio formale (spesso un linguaggio di programmazione).
- <corr>
- contiene la forma corretta di un passaggio evidentemente erroneo nel testo.
- <creation>
- contiene informazioni relative alla creazione di un testo.
- <date>
- contiene una data in qualsiasi formato, il cui valore normalizzato e dato nell'attributo value.
- <dateline>
- contiene una breve descrizione del luogo, data, periodo, etc. di produzione di una lettera, fatto di cronaca o altre opere, messa all'inizio o alla fine di questi, a mo' di titolo o di chiusura.
- <del>
- contiene una lettera, parola o passaggio cancellati, marcati come cancellati, o altrimenti indicati come superflui o spuri, nella copia originale da parte di un autore, scriba, commentatore o correttore.
- <distributor>
- fornisce il nome di una persona o di un'organizzazione responsabile della distribuzione di un documento.
- <div>
- contiene una sezione dell'avantesto, del corpo o degli annessi di un testo.
- <div1> ... <div7>
- contiene una sezione (di primo, secondo, ..., settimo livello) dell'avantesto, del corpo o degli annessi di un testo.
- <divGen>
- indica la collocazione di una sezione testuale generata automaticamente da un elaboratore di testo; l'attributo type specifica se si tratta di un indice, sommario o altro.
- <docAuthor>
- contiene il nome dell'autore del documento, così come è dato sul frontespizio (spesso, ma non sempre, inserito in un elemento <byline> ).
- <docDate>
- contiene la data di edizione del documento, come indicata (abitualmente) sul frontespizio.
- <docEdition>
- contiene la dichiarazione dell'edizione, così come è presentata sul frontespizio di un documento.
- <docImprint>
- contiene la dichiarazione delle note tipografiche (luogo e data di pubblicazione, nome dell'editore), così come appare (abitualmente) alla base del frontespizio.
- <docTitle>
- contiene il titolo di un documento, tutti i suoi elementi costitutivi, come appaiono sul frontespizio; deve essere diviso in elementi <titlePar> .
- <edition>
- descrive le particolarità di un'edizione di un testo.
- <editionStmt>
- raggruppa le informazioni relative ad una data edizione del testo.
- <editor>
- dichiarazione di responsabilità secondaria per un'unità bibliografica, per esempio il nome di uno o più individui, istituzioni od organizzazioni che figurano come editore, compilatore, traduttore, etc.
- <editorialDecl>
- fornisce dettagli su principi e pratiche editoriali seguite nella codifica di un testo.
- <eg>
- contiene un singolo breve esempio di qualche argomento tecnico di cui si discute, per esempio un frammento di codice o un esempio di codifica XML.
- <emph>
- codifica parole o espressioni che sono messe in risalto o enfatizzate per un effetto linguistico o retorico.
- <encodingDesc>
- documenta le relazioni tra un testo elettronico e la fonte, o le fonti, da cui è stato tratto.
- <epigraph>
- contiene una citazione, anonima o attribuita, che appare all'inizio di una sezione o capitolo, o sul frontespizio.
- <extent>
- descrive le dimensioni approssimative del testo elettronico, memorizzato su un dato supporto, espresse in una qualsiasi unità di misura adeguata.
- <figure>
- indica il luogo in cui un elemento grafico deve essere inserito in un documento; l'attributo entity può essere usato per indicare un'entità XML che contiene l'immagine stessa (in qualche notazione non XML); si possono usare dei paragrafi all'interno dell'elemento <figure> per trascrivere le didascalie.
- <fileDesc>
- contiene una descrizione bibliografica completa di un file digitale.
- <foreign>
- identifica una parola o un'espressione appartenente a una lingua diversa da quella del testo circostante.
- <formula>
- contiene una formula matematica o chimica, opzionalmente rappresentata in qualche notazione non XML; l'attributo notation è usato per indicare la notazione non-XML usata per trascrivere la formula.
- <front>
- contiene qualsiasi elemento (testate, frontespizio, prefazioni, dediche, etc.) che si trovi prima dell'inizio del testo vero e proprio.
- <funder>
- specifica il nome di un individuo, istituzione od organizzazione che ha finanziato la realizzazione del progetto o del testo.
- <gap>
- indica un punto dove si è omesso del testo in una trascrizione, sia per ragioni editoriali descritte nella testata TEI (nella sezione sui criteri di selezione), sia perché il materiale è illeggibile, o impercettibile. Tra gli attributi:
- <gi>
- contiene uno speciale tipo di identificatore: un identificatore generico XML, o il nome di un elemento.
- <gloss>
- codifica una parola o espressione che fornisce una glossa o definizione per qualche altra parola o espressione.
- <group>
- raggruppa un insieme di testi unitari o gruppi di testi.
- <head>
- contiene ogni tipo di intitolazione, per esempio, il titolo di una sezione, oppure l'intestazione di una lista o di un glossario.
- <hi>
- codifica una parola o frase in quanto graficamente distinta dal testo circostante, senza che si faccia alcuna dichiarazione sulle ragioni dell'evidenziazione.
- <ident>
- contiene un identificatore di qualche tipo, per esempio il nome di una variabile o il nome di un elemento, o attributo, XML.
- <idno>
- fornisce ogni numero, standardizzato o meno, usato per identificare un'unità bibliografica; l'attributo type identifica lo schema o lo standard.
- <imprint>
- raggruppa informazioni che riguardano la pubblicazione o la distribuzione di un'unità bibliografica.
- <index>
- codifica un luogo del testo che deve essere indicizzato per qualche scopo; degli attributi sono usati per dare la forma principale, e le forme dal secondo fino al quarto livello che devono essere inserite nell'indice indicato.
- <interp>
- fornisce un'annotazione interpretativa che può essere collegata a parti di testo.
- <interpGrp>
- raggruppa un insieme di elementi <interp> .
- <item>
- contiene un componente di una lista.
- <keywords>
- contiene una lista di parole chiave o di espressioni che identificano il tema o la natura di un testo; se le parole chiave vengono da un vocabolario controllato, questo può essere identificato dall'attributo scheme.
- <kw>
- contiene una parola chiave in un qualche linguaggio formale.
- <l>
- contiene una singola linea, anche incompleta, di un verso.
- <label>
- contiene l'etichetta associata ad un elemento in una lista; nei glossari, codifica il termine che si sta definendo.
- <langUsage>
- descrive le lingue, sottolingue, registri, dialetti, etc., rappresentati all'interno di un testo.
- <lb>
- segnala l'inizio di una nuova linea (tipografica) in una certa edizione o versione di un testo.
- <lg>
- contiene un gruppo di versi che costituiscono un'unità formale, per esempio una stanza, un refrain, un paragrafo in versi, etc.
- <list>
- contiene qualunque sequenza di voci organizzate come una lista, numerata, puntata, o di altro tipo.
- <listBibl>
- contiene una lista di citazioni bibliografiche di qualsiasi tipo.
- <mentioned>
- codifica parole o frasi citate, o attribuite a responsabilità diverse da quelle dell’autore
- <milestone>
- segnala il confine tra le sezioni di un testo, indicato dai cambiamenti in un sistema di riferimento standard; tra gli attributi ed (edizione), unit (pagina, etc.) e n (valore).
- <name>
- contiene un nome proprio o un'espressione sostantivale; gli attributi possono indicare il suo tipo, dare una forma normalizzata o associarlo con un individuo specifico o con un oggetto per mezzo di un identificatore unico.
- <note>
- contiene una nota o un'annotazione, con attributi per indicare il tipo, la posizione e la fonte della nota.
- <notesStmt>
- raggruppa tutte le note che forniscono informazioni supplementari su un testo oltre a quelle registrate in altre parti della descrizione bibliografica.
- <num>
- contiene un numero, scritto in qualsiasi forma, il cui valore normalizzato si trova nell'attributo value.
- <opener>
- raggruppa insieme date, firme, saluti ed espressioni simili che appaiono come un gruppo preliminare all'inizio di una sezione, specialmente se si tratta di una lettera.
- <orig>
- contiene la forma originale di una lezione della quale è data una forma regolarizzata in un valore di un attributo.
- <p>
- codifica un paragrafo in prosa.
- <pb>
- codifica il confine tra una pagina di un testo e la seguente, in un sistema di riferimento standard.
- <principal>
- fornisce il nome del principale ricercatore responsabile della creazione di un testo elettronico.
- <profileDesc>
- contiene una descrizione dettagliata degli aspetti non bibliografici di un testo, specificamente le lingue e i dialetti usati, le circostanze in cui è stato prodotto, i partecipanti e il loro ambiente.
- <projectDesc>
- descrive dettagliatamente il fine o lo scopo per cui un testo elettronico è stato codificato, insieme a qualunque altra informazione rilevante che riguarda il procedimento con cui il file è stato prodotto.
- <ptr>
- un puntatore ad un'altra posizione nel documento corrente, in termini di uno o più elementi identificabili.
- <publicationStmt>
- raggruppa le informazioni relative alla pubblicazione e distribuzione di un testo, elettronico o meno.
- <publisher>
- fornisce il nome dell'organizzazione responsabile per la pubblicazione o distribuzione di un'informazione bibliografica.
- <pubPlace>
- contiene il nome del luogo in cui è stata pubblicata un'unità bibliografica.
- <q>
- contiene una citazione o un brano testuale simile ad una citazione.
- <ref>
- un riferimento a un'altra posizione nel documento corrente, in termini di uno o più elementi identificabili, eventualmente caratterizzato da testo supplementare o da un commento.
- <refsDecl>
- specifica il modo in cui sono stati costruiti i sistemi di riferimento canonici del testo.
- <reg>
- contiene una lezione che è stata regolarizzata o normalizzata in qualche modo; la variante originale può essere data nell'attributo orig.
- <rendition>
- fornisce informazioni sulla interpretazione scelta per uno o più elementi.
- <resp>
- contiene un'espressione che descrive per esteso la natura della responsabilità intellettuale di una persona.
- <respStmt>
- fornisce una dichiarazione di responsabilità relativa al responsabile del contenuto intellettuale di un testo, un'edizione, una registrazione, una collana, se gli elementi specifici per autori, curatori, etc., non sono sufficienti o non sono adatti.
- <revisionDesc>
- riassume la storia delle revisioni di un documento elettronico.
- <row>
- contiene una riga di una tabella.
- <rs>
- contiene un nome o un'espressione referenziale generica; gli attributi possono indicarne il tipo, dare una forma normalizzata, o associarlo con uno specifico individuo od oggetto per mezzo di un identificatore unico.
- <s>
- identifica una s-unità all'interno di un documento, al fine di costituire uno schema di riferimento canonico che si riferisca all'intero testo.
- <salute>
- contiene una formula o un saluto di apertura in una prefazione, un'epistola dedicatoria o altre sezioni di un testo, o una formula di saluto alla fine di una lettera, prefazione, etc.
- <samplingDecl>
- contiene una descrizione in prosa dei principi e dei metodi usati nella selezione dei testi per la creazione di un corpus o d'una collezione.
- <seg>
- identifica un frammento o un segmento di testo all'interno di un documento affinché possa essere 'puntato'; l'attributo type categorizza il segmento.
- <series>
- contiene informazioni sulla collana in cui sono apparsi un libro o un'altra unità bibliografica.
- <seriesStmt>
- raggruppa informazioni sulla collana, se esiste, alla quale appartiene la pubblicazione.
- <sic>
- contiene un testo riprodotto anche se evidentemente scorretto o impreciso.
- <signed>
- contiene la formula di commiato apposta alla fine di una prefazione, di un'epistola dedicatoria, o di altre divisioni di un testo.
- <soCalled>
- contiene una parola o espressione per cui l'autore o il narratore non si assume la responsabilità, segnalate ad esempio tramite l'uso di virgolette o corsivi.
- <sourceDesc>
- fornisce una descrizione bibliografica del testo (o dei testi) da cui è stato generato o è derivato un testo elettronico.
- <sp>
- contiene una singola battuta in un testo drammatico, o un brano presentato come tale (cioè per la recitazione) in un testo in prosa o in versi, con l'attributo who per identificare il parlante.
- <speaker>
- contiene una forma particolare di intestazione o etichetta, che fornisce i nomi di uno o più parlanti in un testo o frammento drammatico.
- <sponsor>
- specifica il nome dell'organizzazione o istituzione che sponsorizza un progetto di ricerca.
- <stage>
- contiene qualsiasi tipo di didascalie e direttive di scena all'interno di un testo o di un frammento di testo drammatico.
- <table>
- contiene parti di testo presentate in forma di tabella, in righe e colonne.
- <tagsDecl>
- fornisce informazioni dettagliate relative ai marcatori applicati a un documento SGML.
- <tagUsage>
- fornisce informazioni sull'uso di uno specifico elemento all'interno del più esterno elemento <text> di un documento conforme TEI.
- <taxonomy>
- definisce la tipologia usata per classificare testi, sia implicitamente, attraverso una citazione bibliografica, sia esplicitamente, con una tassonomia strutturata.
- <term>
- contiene una o più parole o designazioni simboliche che vengono considerate come un termine tecnico..
- <textClass>
- contiene informazioni che descrivono la natura o i temi di un testo, in termini di uno schema di classificazione standard, di un thesaurus, etc.
- <time>
- contiene un'espressione che definisce un orario in qualche formato, il cui valore è normalizzato nell'attributo value.
- <title>
- contiene il titolo di un'opera, sia essa articolo, libro, giornale, o collana ogni titolo alternativo o sottotitolo.
- <titlePage>
- contiene la pagina di frontespizio di un testo, che appare all'interno dell'avantesto o tra gli annessi.
- <titlePart>
- contiene una suddivisione del titolo di un'opera, come appare sul frontespizio; va inoltre usato per frammenti senza collocazione fissa del frontespizio che non fanno parte del titolo, attribuzioni di paternità, etc.
- <titleStmt>
- raggruppa le informazioni sul titolo di un'opera e sui responsabili del suo contenuto intellettuale.
- <trailer>
- contiene una formula di chiusura o un elemento a piè di pagina che compare alla fine di una divisione di un testo.
- <unclear>
- contiene una parola, una frase o un brano che non può essere trascritto con certezza perché è illeggibile o impercettibile nell'originale.
- <xptr>
- definisce un puntatore a un'altra posizione nel documento corrente o in un documento esterno.
- <xref>
- definisce un puntatore ad un'altra posizione nel documento corrente o in un documento esterno, eventualmente caratterizzato da un testo supplementare o da un commento.